lunedì 29 marzo 2010

Mostre/ Parma petite Paris



Dal 20 marzo al 7 aprile 2010 sarà possibile visitare una piccola esposizione di quadri dedicati a Parma e alla parmigianità. La mostra "Parma petite Paris", alla Galleria Sant'Andrea di via Cavestro (a due passi da Piazza Garibaldi, cuore del centro storico di Parma), è stata realizzata con le opere degli artisti soci del centro culturale U.C.A.I. (Unione Cattolica Artisti Italiani) di Parma: agli artisti è stato proposto di ispirarsi alla città ed esprimere su tela, senza imposizioni di soggetto o stile particolari, il proprio "sentire parmigiano".


Sauro Tessoni, Sole invernale sulla Pilotta

Il risultato è una carrellata di immagini semplici e accattivanti, delicate e curiose: vi si trovano suggestive vedute della città raccolte in tenui acquerelli (Pierluigi Sebastiani, Paola Copertini); ritratti urbani decisi, densi e pastosi, tracciati ad olio e acrilico (Sauro Tessoni, Rino Sgavetta, Maria Cristina Marcato, Riccardo Capra) ed opere evocative dedicate ai personaggi della tradizione parmigiana e parmense (come "L'Angelo custode del Duomo" di Maria Chiara Mossini o il ritratto di Giuseppe Verdi uscito dalle matite di Maria Magistroni).


Pierluigi Sebastiani, La "Steccata"


Sauro Tessoni, San Giovanni


Riccardo Capra, L'abside di San Giovanni


Paola Copertini, Via Bixio dal Parma


Maria Chiara Mossini, L'Angelo Custode del Duomo


Maria Magistroni, Giuseppe Verdi


Rino Sgavetta, Nevicata sul Lungo Parma


Nessuna pretesa, nessuna spesa (l'ingresso è libero), una buona resa e qualche sorpresa: perchè l'Arte non è soltanto quella fatta dai "big". Un percorso quieto e affascinante per conoscere (o ri-conoscere) una Parma "privata", vista dagli occhi di chi l'ha vissuta e la vive e (a quanto appare dalle opere) la ama sinceramente.

Orari:
10-12; 16-19. Chiuso il lunedì; aperto alla domenica pomeriggio (orario: 16-19)


Dove:
Strada Giordano Cavestro, 6
Parma


Per informazioni:
Tel: 0521-218683

domenica 28 marzo 2010

Antiquarium "Platina" - Piadena (Cr)

In un paesino del cremonese, situato a quasi uguale distanza da Parma, Brescia, Mantova e, appunto, Cremona, troviamo un museo archeologico particolarmente ricco e interessante per quanto riguarda i reperti locali; quantità e qualità del materiale in esposizione sono da evidenziare come nota assolutamente positiva e non trascurabile dal punto di vista storico-artistico.

Il museo civico di Piadena, dedicato a Bartolomeo Sacchi, detto il “Platina”, noto umanista rinascimentale, è ospitato in una parte del secentesco convento dei Gerolamini, sede anche del Comune e situato nella piazza principale del paese.

La Storia
Il museo venne inaugurato nel 1960 e nacque col fine di conservare la ricchezza archeologica del territorio, già nota dalla fine dell’800 in seguito a importanti ritrovamenti, purtroppo andati dispersi in vari musei su tutto il territorio nazionale.

La sua nascita si ebbe in seguito all’ondata di entusiasmo scaturita da una prima fase di scavi del 1957 nell’odierna Calvatone (l’antica Bedriacum) e che portò il comune, sollecitato da cittadini appassionati, alla fondazione dell’ “Antiquarium Platina”. Successivamente ai primi scavi seguirono, arrivando fino ad oggi, numerose altre campagne, grazie alle quali le collezioni si sono notevolmente arricchite.

Nel 1971 alcuni volontari hanno istituito un Gruppo di Ricerca, il quale ancora oggi, insieme alle amministrazioni comunali e regionali e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Lombardia, si occupa della tutela delle zone archeologiche, così che oggi il Museo è da considerarsi tra i più interessanti della regione riguardanti l’archeologia.

Il Museo
Son stati selezionati, nell’insieme del materiale, un ristretto numero di oggetti ritrovati negli insediamenti più significativi, su cui è stata concentrata l’attenzione e da cui è stato sviluppato un racconto logico, ordinato e il più possibile continuo degli eventi che si son succeduti nel territorio piadenese. Di tutti i reperti son state elaborate schede informative concise, essenziali e facilmente leggibili.

Il percorso espositivo procede dal Paleolitico Superiore, di cui è stato ritrovato un raro strumento in selce, fino all’Alto Medioevo, rappresentato da una fibula gotica in argento di Bedriacum.

Particolarmente ricca è la seziona dedicata agli abitati del Neolitico Antico (VI Millennio a.C.) del gruppo culturale denominato “del Vho di Piadena”. La maggior parte dei materiali vengono dagli scavi del Campo Ceresole, come ad esempio la famosa statuetta fittile bicefala, probabilmente legata al culto di una divinità femminile della fertilità.
Ai grandi insediamenti dell’Età del Bronzo (II Millennio a.C.) è dedicato un ampio spazio, di questo periodo abbiamo l’abitato palafittino dei Lagazzi del Vho e il grande abitato del Castellaro del Vho. La tomba del guerriero del Campo Costiere e la necropoli della Latteria Sociale rappresentano i Celti.
L’epoca romana è ben documentata da eccezionali reperti isolati (ad esempio la monumentale stele di Tornata) e dalla ricca collezione di materiali dell’antica e vicina Bedriacum con il celebre mosaico del Labirinto e la statuetta bronzea di Iside-Fortuna.

Laboratori
Oltre ai vari percorsi di visita al museo, vengono proposte diverse tipologie di Servizi Educativi per i gruppi scolastici fino alle Scuole Medie Inferiori. Lezioni preparatorie di Archeologia in Classe, propedeutiche al percorso nella galleria e laboratori che si svolgono nella Sala Didattica “Romeo Pasquali”, in cui è possibile svolgere attività di tipo pratico (come ad esempio, tra gli altri, la simulazione dello scavo archeologico, la scrittura su tavoletta cerata e la composizione di un mosaico).

Una valida alternativa può essere anche, in periodi adatti e prestabiliti, una visita al Monumento Naturale I Lagazzi a cui è associato un laboratorio di cesteria e intreccio.
(prezzi e informazioni più dettagliate si possono trovare sul sito del Museo)


Informazioni Tecniche
Dove si trova:
Piazza Giuseppe Garibaldi, 3 - 26034 Piadena (CR)

Come si raggiunge:
In auto è raggiungibile da est e da ovest percorrendo la Strada Statale n° 10 Padana Inferiore, che collega Cremona e Mantova. Da nord e da sud l'arteria principale di collegamento è la Strada Statale n° 343 Asolana. I caselli autostradali più vicini si trovano a Cremona (A21 Brescia - Piacenza), Parma (A1 Milano - Bologna), Mantova (A22 Modena - Brennero) e a Desenzano del Garda (A4 Milano - Venezia).
In treno i collegamenti sono garantiti dalle linee Cremona - Mantova e Parma - Brescia che si intersecano nella stazione di Piadena.

Quando si può visitare:
Apertura: dal lunedì al venerdì 8.30-13.30
Apertura periodo estivo (giugno, luglio e agosto): dal martedì al venerdì 9.00-13.00
Apertura sabato, domenica e Feste Nazionali solo su prenotazione per gruppi
Sono previste numerose aperture straordinarie in occasione di mostre e manifestazioni.
Nel periodo estivo è prevista una chiusura di due settimane.

Quanto costa:
Ingresso intero: € 2,00
Ingresso ridotto per bambini e ragazzi fino a 14 anni: € 1,00
Ingresso gratuito per bambini in età prescolare (fino a 5 anni), over 70, soci ICOM e soci “Amici del Museo di Piadena)
Visita guidata al Museo (solo su prenotazione) per gruppi di adulti di massimo 25 persone : €. 15,00 per gruppo più biglietto di ingresso

Il sito ufficiale dell’Antiquarium Platina è: http://www.museo-piadena.net/

Qualche consiglio finale………
Dovete pranzare e non vi va il solito tramezzino di corsa in un bar?
Spostandovi di poche centinaia di metri in direzione Mantova, località Vho, potrete trovare la rinomata “Trattoria all’Alba” specializzata in cucina tipica locale, dal menù variabile a seconda di giorni e stagioni a cui si aggiunge una ben fornita cantina. Affidatevi ad Omar, lui vi saprà guidare e consigliare. (prezzo indicativo: 30€ esclusi i vini)
Via del Popolo, 31
26034 Piadena CR
0375 98539

[per ulteriori informazioni vi consiglio di affidarvi alle numerosissime recensioni reperibili su internet!]

Volete solo uno spuntino a metà pomeriggio? O una colazione prima della visita al museo?
Pasticceria “Ciao Ciao” per una brioche alla crema e buonissimi pasticcini di ogni tipo, magari accompagnati da un cappuccino.
Gelateria “Bottega del Gelato” per una monumentale coppa o un semplice cono di morbidissimo gelato artigianale (la trovate in via Cavallotti, nella cosiddetta “Piazzetta”).

{BIBLIOGRAFIA: spunti da "Il civico museo archeologico Platina - Guida" Comune di Piadena, EDIZIONI ET}

martedì 23 marzo 2010

Villa Olmo

-dimora di arte e scienza-


Situata sul lungo lago di Como, la villa deve il suo nome alla remota presenza di un gigantesco e secolare olmo piantato, secondo la tradizione, da Plinio il Giovane.

Circondata da un magnifico parco si affaccia sul lago con i tratti imponenti e rigorosi del neoclassicismo. Questa nobile dimora fu progettata dal noto architetto Simone Cantoni sul finire del XVIII secolo,per desiderio del marchese Innocenzo Odescalchi, la cui famiglia aveva dato i natali a Papa Innocenzo XI.

La villa venne costruita nel 1782 - sopra le rovine della residenza del poeta romano Caninio Rufo - ed ultimata nel 1797; appena dopo il termine dei lavori iniziò ad essere meta di visite storiche; da segnalare fra gli ospiti illustri: Napoleone Bonaparte, Ugo Foscolo e Giuseppe Garibaldi, il cui passaggio è segnato da un piccolo medaglione su un caminetto di uno dei salotti al piano terreno della villa.

Dopo la morte di Innocenzo Odescalchi, passò alla famiglia Raimondi, che si incaricò di sistemare il piazzale antistante il fabbricato; nel 1883 gli eredi del marchese Raimondi la vendettero al duca Guido Visconti di Modrone, che decise di effettuare un intervento di restauro e di miglioramento anche all'interno del fabbricato; nel 1924, infine, passò dai Visconti di Modrone al Comune di Como ed ebbe così inizio il periodo della sua esistenza sotto il segno della scienza e dell'arte.

Nel 1927 venne allestita la Seconda Esposizione Voltiana in occasione della celebrazione del Primo Centenario della Morte di Alessandro Volta (celebre nativo di Como) e, nel 1949, il 150° Anniversario dell’Invenzione della Pila, la Mostra dell’Elettricità Applicata.

Seguirono numerose manifestazioni locali, congressi, convegni e spettacoli. Nello stabile, dal 1982, hanno sede la ricostruzione del laboratorio di fisica del Gattoni e il Centro di Cultura Scientifico "Alessandro Volta", che vi tiene le sue manifestazioni internazionali.

Il giardino

Un parco centenario fa da cornice alla villa che, dalla parte del lago,si distende in un magnifico giardino all’italiana; oltre ad essenze arboree di rara bellezza ritroviamo al suo interno un tempietto neoclassico e un piccolo ruscello. Al centro del giardino si innalza una fontana ornata da due sculture di bimbi intenti a giocare con un mostro marino, opera dello scultore G. Odofrechi.

Gli interni

La castigata misura dell'esterno,ritmata da colonne e lesene si trasforma, nell'interno, in profusione di ornamenti: stucchi, dorature, statue, affreschi di artisti dell'ultimo '700 e del primo '800.
Fra i vari ambienti risalta il teatrino con 92 posti e affreschi del Fontana.
I visitatori inoltre non possono perdere la Sala delle Nozze, dove Andrea Appiani, o forse un suo allievo, affrescò le nozze tra Peleo, re di Tessaglia, e la dea Tetide, da cui nacque Achille.

La villa si trova oggi al termine della passeggiata panoramica pedonale costruita nel 1957 per collegare in un percorso suggestivo alcune sontuose dimore settecentesche, tra cui Villa Saporiti, progettata da Leopoldo Pollak, e la seicentesca Villa Gallia, la più antica fra le dimore nobiliari dell’antico ed elegante quartiere Borgo Vico. Entrambe le ville sono ora di proprietà della Provincia.


m

ostre


Dal prossimo 27 marzo villa Olmo ospiterà la mostra di Rubens e i fiamminghi:

Il percorso degli eventi d’arte a Villa Olmo punta per la prima volta i riflettori sull’arte del Seicento e in particolare su un maestro assoluto della luce e del colore come Pieter Paul Rubens.La mostra permette di conoscere da vicino i temi caratteristici della sua pittura,come i soggetti sacri, i riferimenti alla storia e al mito, attraverso 25 capolavori provenienti dalla Gemäldegalerie dell’Accademia di Belle Arti, dal Liechtenstein Museum e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. Accompagnano i dipinti del maestro di Anversa 40 opere di pittori fiamminghi del Seicento tra i quali Anton Van Dyck, Jacob Jordaens, Gaspar de Crayer, Pieter Boel, Cornelis de Vos, Theodor Thulden.

Prezzi del biglietto:

intero: 9 €
Ridotto: 7 €
(visitatori oltre 65 anni e tra 6 e 18 anni, universitari fino a 26 anni, gruppi di almeno
25 persone con ingresso gratuito per l’accompagnatore, categorie convenzionate)
Ridotto scuole: 5 €
(gruppi scolastici di almeno 25 persone
con ingresso gratuito per due accompagnatori)
Gratuito: bambini disabili con accompagnatore

SABBIONETA E IL TEATRO ALL'ANTICA





INTRODUZIONE:

Compresa tra il Po e l' Oglio, si trova Sabbioneta, un comune antico nella provincia di Mantova.
Una delle peculiarità più importanti di Sabbioneta, sono sicuramente le mura, che come abbiamo potuto notare, anche se con alcune variazioni dovute all'accrescersi della cittadina, hanno mantenuto la forma originale; a quei tempi era considerata senza dubbio uno dei più muniti baluardi della Lombardia Spagnola.
Nella pianificazione urbanisticha sono evidenti i richiami al mondo classico: il suo impianto ortogonale si rifà al modello romano, cosi troviamo l'interno della città diviso in una trentina di "Insulae" tipiche del "Castrum" romano e geometricamente ben definite .
Gli edifici ducali contribuiscono con le loro architetture a trasformare l'angusto spazio cittadino in una dimensione quasi metafisica, lungo strade dalle estremità spezzate che fanno sembrare il borgo quasi un labirinto.

QUALCHE ACCENNO DI STORIA:

"...noi presso al fiume, u' già cadde Fetonte
Di fossi, e muri una perpetua mole
Contra l'ira di Marte intenti ergemo..."
Vespasiano Gonzaga cosi' descrisse la città da lui fondata nella seconda metà del 500, lungo il tracciato di quella antica via Vitelliana che vide transitare e combattere tanti eserciti di Roma Imperiale.
In quanto città fortezza Sabbioneta, doveva difendersi dalle mire espansionistiche dello Stato della Chiesa, della Serenissima e dell'infido Ducato di Mantova.
La città in realtà, è solo pura città di fondazione, espressione del potere reale e delle idee di un principe anbizioso,dotato di una profonda cultura umanistica. Nella sua città fortezza fissò, con tutta una serie di raffinate citazioni, acculturate allusioni al mondo classico, poste a testimoniare una dimensione ormai perduta.
La Sabbioneta vespasiana venne costruita nel breve tempo di 30 anni. Dopo la morte del grande Duca, la splendida corte decadde immediatamente e ritornò ad essere soltanto una fortezza, conservandosi praticamente immutata sino ad oggi.




UN ITINERARIO ALTERNATIVO:

Consigliamo ai nostri amati lettori di seguire questo interessante percorso:
  1. ammirare la struttura delle MURA esterne della fortificazione;

  2. nell'attraversare PORTA VITTORIA prestare attenzione alla struttura in mattoni rossi, interrotta da quattro lesene in marmo bianco e alla targa sormontata da uno stemma araldico marmoreo.

  3. nel seguire la strada arriverete in Piazza d'Armi dove sicuramente catturerà la vostra attenzione il monumento della COLONNA DI PALLADE-ATENA un tempo posizionata al centro della città;

  4. dopo di che dirigetevi verso il PALAZZO DEL GIARDINO che per i suoi affreschi e la galleria, anticamente chiamata Corridor Grande, merita sicuramente parte del vostro tempo per una visita accurata.

  5. anche nel PALAZZO DUCALE, nonostante abbia subito importanti modifiche strutturali già dal XVI° secolo, segnaliamo gli affreschi superstiti, ma soprattutto consigliamo di osservare nella Sala delle Aquile le quattro statue equestri in legno, che rappresentano Vespasiano Gonzaga e i suoi antenati .
  6. Infine l'edificio architettonicamente più rilevante della città: IL TEATRO ALL'ANTICA. Testimonianza unica nel suo genere, famosa per il suo fascino.

ACCENNI DEL TEATRO ALL'ANTICA:

Nel maggio 1588 Vincenzo Scamozzi portò a Vespasiano Gonzaga il progettto del teatro. La città stellata aveva già preso forma e l'intuizione fondamentale di Scamozzi consisteva nel costruire un'architettura a tal punto in armonia con la città, che chi ne entrava potesse trovare, dentro l'artificio teatrale, l'immagine simbolica di Sabbioneta e chi ne usciva potesse riconoscere, nella realtà urbana, l'ambiguo inganno del teatro.
In quel periodo Vespasiano sentiva di non avere più molto tempo e alla sua morte lo stato si sarebbe rapidamente dissolto; Sabbioneta era destinata a sopravvivere a sè stessa.

Il teatro era per il principe quell'universo simbolico che rappresentava l'ultima ilusione ma anche la conferma di una vita non inutilmente spesa al servizio del Sacro Romano Impero. Nel teatro Vespasiano volle che l'illusione della "nuova Roma" fosse totale, infatti anche la posizione dell'edificio è particolare: come a Roma, una ideale linea retta, congiunge il palazzo ducale con la rocca passando per il teatro. In questo modo all'interno del teatro sono rappresentate nelle rispetive direzioni, con la tecnica dell'affresco su parete, il Palazzo Ducale/Campidoglio e la Rocca/Castel Sant'angelo.
Altri elementi decorativi con un fortissimo richiamo simbolico a Roma sono i leggendari episodi di storia romana, i Cesari, le finte nicchie come nel Pantheon o le Sibille a finto rilievo sugli archi.
La loggia è caratterizzata dallo stile corinzio che nel teatro di Sabbioneta è il perno spettacolare dell'apparato celebrativo: le dodici colonne lisce sono sormontate da una trabeazione su cui sono collocate dodici statue di dei dell'Olimpo.

Di recente il teatro è stato utilizzato da vari artisti nei loro video come location: segnaliamo i video di Gianna Nannini & Giorgia "Salvami" e di Lucariello Ezio Bosso & Buxusconsort "Cappotto di Legno" per la colonna sonora di "Gomorra".

INFORMAZIONI PRATICHE:

Sabbioneta, si trova lungo la valle del fiume Po, a soli 30 km da Parma e a 33 km da Mantova. Per raggiungerla dall'Autostrada A22 si esce all'uscita di Mantova, mentre dall'Autostrada A4 si esce all'uscita di Desenzano del Garda, dall'Autostrada A1 si utilizza l'uscita di Parma, infine dall'Autostrada A21 si esce all'uscita di Cremona. Per il parcheggio della macchina non ci dovrebbero essere problemi, perchè in Piazza d'Armi c'è un parcheggio a disposizione di residenti e visitatori e un bel parcheggio per bus vicino a Palazzo Giardino.
Consigliamo di visitare Sabbioneta nelle stagioni miti, per poter godere a pieno la bellezza della città, che merita una passeggiata per i vicoletti e lungo via Vespasiano Gonzaga per osservare i negozietti di antiquariato, oppure più semplicemente per gustarsi un gelato artigianale in una delle due gelaterie che si affacciano su Piazza d'Armi.
Per pranzare segnaliamo il bar, pizzeria, ristorante Ducale (http://www.ristoducale.it/index.htm) in cui, tralasciando l'arredamento un pò kitsch, le pietanze sono buone, abbondanti e a buon mercato (es. 8,oo euro per un primo). Essendo cosi a portata di mano consigliamo di passarci la notte solo se il giorno seguente è prevista una visita a Mantova o a qualche altra città vicina.
Per informazioni di vario genere come i piatti tipici, i percorsi da fare se ci si muove in bici o eventi di varia natura che avvengono nel comune consultare il sito del comune ( http://www.comune.sabbioneta.mn.it/)


MUSEI:

Palazzo Giardino + Galleria, Teatro all’Antica, Palazzo Ducale, Sinagoga. I biglietti sono in vendita esclusivamente presso l’Ufficio del Turismo di Sabbioneta (Palazzo Giardino, Piazza d’Armi, 1).

Orari di apertura: da Aprile a Ottobre Feriali: 09:30 – 13:00 14:30 – 18.30 Sabato e festivi: 09:30 – 13:00 14:30 – 19.00 Da Novembre a Marzo: Feriali: 09:30 – 13:00 14:30 – 17.00 Sabato e festivi: 09:30 – 13:00 14:30 – 18.00 Lunedì chiuso (salvo festivi).

Biglietti: Cumulativo: 10,00 € (Palazzo Giardino + Galleria, Teatro all’Antica, Palazzo Ducale, Sinagoga). Gruppi (minimo 25 persone): 7,50 € Studenti e ragazzi fino ai 18 anni: 4,00 € Bambini fino ai 12 anni: Gratuito. Il biglietto cumulativo si intende comprensivo di servizio guida a fronte di specifica richiesta all’atto dell’acquisto.
Segnaliamo che purtroppo la Sinagoga in questo periodo è chiusa per restauri e non si sa ancora con precisione quando verrà riaperta.
Per ulteriori informazioni consultare il sito http://www.sabbioneta.net/sabbioneta-turismo.cfm .

Per la realizzazione di questo post informiamo i lettori che abbiamo comunque analizzato dei testi: " Sabbioneta piccola reggia padana" Il Bulino edizioni d'arte, I Beni culturali, mirabilia e " Sabbioneta il Teatro all'Antica" Il Bulino edizioni d'arte, I Beni Culturali, mirabilia.



domenica 21 marzo 2010

La "Villa di S. Martino" all'isola d'Elba

La "Villa di S. Martino" è una delle due dimore che Napoleone si fece costruire all'isola d'Elba durante il suo breve periodo di permanenza, i famosi "cento giorni"(da maggio del 1814 a febbraio del 1815) ed era considerata la residenza privata, mentre quella pubblica , "La Palazzina dei Mulini", si trova a Portoferraio, capoluogo dell'isola. Napoleone tentò di ripristinare qui, in piccolo, l'organizzazione del suo impero, tuttavia ebbe non poche difficoltà, soprattutto a causa dell'opposizione di re Luigi XVIII di Francia, che gli negò il mantenimento che gli spettava.


L'edificio si trova nella campagna di Portoferraio, in località San Martino. E' costituito da due blocchi: la residenza vera e propria, all'esterno modesta e simile ad una casa di campagna, e la Galleria Demidoff, la prima parte del complesso che ci si presenta alla vista mentre percorriamo il viale d'entrata. La casa dell'imperatore non è visitabile al piano inferiore e le stanze più significative sono la "sala egizia" e la "sala del nodo d'amore". La prima è decorata con geroglifici, piramidi, lo zodiaco e alcune imprese napoleoniche e presenta al centro una curiosa vasca ottagonale. La seconda è dedicata all'unione con Maria Luigia e vi sono raffigurate due colombe che legano un nastro.


Dopo che Napoleone scappò dall'isola, questa dimora rimase in stato di abbandono per tanti anni, finchè entrò a far parte delle proprietà della famiglia Demidoff, che nel 1851 allargò il complesso costruendo la "galleria Demidoff", che raccoglieva ogni sorta di cimeli di Napoleone. La facciata della galleria fu realizzata da Niccolò Matas con coppie di colonne granitiche in stile neoclassico. Quando la dinastia si estinse, il contenuto della galleria andò perduto ed essa divenne un museo, che ora ospita stampe private del periodo napoleonico e mostre annuali dedicate all'imperatore. E' presente anche una scultura del Canova: "Galatea". Da questo corpo si accede all'immensa terrazza sovrastante, dov'è collocato lo stemma dell'aquila imperiale, ben visibile a chi giunge. Anche il panorama è straordinario e questo è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi della villa.



A circondare questa villa è presente un ampio giardino, all'ombra del quale è estremamente piacevole sostare, se sarete spossati dalla camminata per arrivare e dal caldo. Sono presenti piante e fiori esotici particolarmente piacevoli da ammirare e un tempo esisteva anche una voliera per uccelli pregiati.

Solitamente l'isola d'Elba è frequentata dai turisti da maggio ad ottobre, soprattutto nei mesi estivi, essendo meta prevalentemente marittima. Forse sconsiglierei la visita ad agosto, quando l'isola è letteralmente invasa da troppi turisti!

L'Elba è rinomata per le spiaggie cristalline, i paesini caratteristici, il connubbio mare/montagna e l'ottima cucina perciò, in qualunque posto vi recherete, quasi sicuramente non resterete delusi. E' ottimale anche per girare in moto; bisogna solo fare attenzione alle strade un po' impervie. E' un'isola piccola, che si percorre da un capo all'altro in poco più di un'ora. L'unica pecca sono i prezzi, sicuramente elevati.


Dopo aver visitato la villa vi consiglio un ristorante a Portoferraio, a soli dieci minuti da lì: "L'osteria del gambero rosso" (provate gli spaghetti al riccio di mare!). Se poi nel pomeriggio aveste voglia di andare al mare, potrete raggiungere, in pochi minuti, quattro spiaggie di ghiaia bianca con fondali trasparenti: Capo Bianco, Le Ghiaie (in paese), Padulella e Sansone.
Suggerisco la visita alla villa soprattutto per conoscere anche quella parte di Elba meno turistica e legata al mare, più vicina alla storia, insospetabile ma ugualmente affascinate.

MARIO RACITI. La pittura dell'ignoto (1959-2009)

Dal 14 Marzo al 2 Maggio 2010 Palazzo Magnani, sede espositiva di Reggio Emilia, ospita le opere di Mario Raciti (Milano,1934), pittore italiano dal tratto lirico ed introspettivo.
La mostra, curata da Sandro Parmiggiani, ne ripercorre i 50 anni di attività (1959-2009), riflettendo sulle diverse fasi artistiche che hanno di volta in volta accompagnato la sua pittura.
Così se gli anni '60 hanno dato modo a Raciti di indagare sul mondo fiabesco e disincantato dell'infanzia, gli anni Settanta si possono riassumere nella onirica serie delle Presenze-Assenze, in cui su tele spesso spoglie ed essenziali si palesa un segno, uno squarcio, un rivolo di colore, una linea senza meta dalla quale si denota l'approssimarsi di una presenza.
Le opere del decennio successivo vedono l'artista muoversi per mezzo di una pittura evocativa e frammentaria nella sfera del mito; Proserpina, Icaro, Giove sono evocati e richiamati dal loro spazio impalpabile ed etereo.
Infine i vent'anni a seguire propongono la interessante serie dei Misteri e le opere dal titolo Why?. I colori utilizzati diventano più caldi, profondità e lirismo sono percepibili; suggestivi appaiono gli aulici pastelli su cartoncino.
La pittura di Raciti è fatta di segni, ferite di colore che si dilegua e di colore che pervade e avvolge; non tutto è per l'artista rappresentabile, il più è destinato a trasparire, a nascondersi sotto il velo della forza suggestiva.

“La pittura non può essere immediatamente politica, sociologica,
filosofica: vive di metafore e questo c'è nei miei dipinti”,
così Raciti descrive la sua poetica che è a mio avviso sinuosa come la musica di un pianoforte e profonda come la buona poesia.
Consiglio vivamente questa mostra, la quale è ospitata all'interno di un palazzo dai soffitti splendidamente affrescati.
Inoltre potrete contemplare le opere seduti comodamente sulle poltroncine distribuite lungo le sale.

PALAZZO MAGNANI
(http://www.palazzomagnani.it/)
Palazzo cinquecentesco situato a Reggio Emila, presso Corso Garibaldi (in pieno centro storico), appartenne tra Seicento e Settecento a importanti famiglie nobili della città, tra cui i conti Becchi e i Chioffi .
Nel 1917 il palazzo fu venduto a Giuseppe Magnani e nel 1927 Luigi Magnani, studioso d'arte e collezionista, attribuì la scoperta del Giano bifronte marmoreo, elemento decorativo del palazzo, a Prospero Sogari detto "il Clemente".
Il Giano fu dichiarato elemento artistico di notevole importanza.
La provincia di Reggio Emilia acquistò il palazzo nel 1989 e dopo opportuni lavori di restauro ne propose l'inaugurazione nell'aprile del 1997.
Tra le prime esposizioni si annovera quella di un grande artista come Georges Braque.
Retrospettive più recenti sono state dedicate al fotografo Edward Steichen e a Joan Mitchell.
Sul sito del palazzo è possibile consultare l'orario di apertura e chiusura ed il prezzo dei biglietti(presentando il libretto universitario il costo è di 2 euro).
Inoltre cliccando sulle info del sito saprete come raggiungerlo.
Lungo la via in cui esso è situato sono presenti diversi bar e pub nel caso voleste rifocillarvi.

MARIO RACITI
Brevi cenni bibliografici

Nato a Milano nel 1934, mise da parte la laurea in giurisprudenza per dedicarsi alla grande passione di sempre: la pittura.
Tra le mostre più importanti dell'artista si ricordino la prima personale alla Galleria II Canale di Venezia del 1964, la mostra pubblica alla Biennale Internazionale di Venezia del 1986 e quella dedicatagli dal PAC di Milano nel 1988.
-Per conoscerne più approfonditamente opere e poetica è possibile acquistare il catalogo Skira proposto da Palazzo Magnani.

Buona mostra!

La Processione dei Misteri a Trapani


Trapani, denominata anche “città tra due mari”, è un comune situato all'estrema punta della Sicilia Occidentale.

A pochi giorni dalla Settimana Santa vorrei proporvi un itinerario che forse pochi di voi conoscono e che invece da anni è uno dei momenti più attesi da noi trapanesi. Ogni anno infatti, in quell’occasione, dalle 14.00 del Venerdì fino alle 14.00 del Sabato, senza alcuna interruzione, si svolge a Trapani una solenne processione che coinvolge per strada migliaia di persone. E’ la rievocazione della passione e della morte di Gesù Cristo.
La processione è costituita da diciotto gruppi scultorei più due simulacri, realizzati in legno, tela e colla (conservati durante l’anno nella bella chiesa barocca del Purgatorio). Per la realizzazione di queste sculture non si fece riferimento all' iconografia classica, ma ad episodi citati nei Sacri Testi o nei Vangeli Apocrifi, aggiungendo anche delle personali interpretazioni. I primi gruppi dei Misteri furono realizzati tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo su ispirazione dei Gesuiti che, per realizzarli, si affidarono agli artigiani locali. Vennero affidati alle Corporazioni delle Arti, ai loro consoli annualmente eletti, e fu affidato loro il mantenimento del rito che presto assunse funzione sociale e rappresentativa della comunità cittadina.
Le statue vengono addobbate con preziosi ornamenti argentei ed elaborate composizioni floreali. Ogni gruppo è portato a spalla da non meno di dieci uomini, detti “massari”. I portatori conferiscono alla processione uno dei suoi aspetti più significativi: l’ “annacata”. Con questo termine si intende il movimento impresso al gruppo, seguendo le sequenze dei brani musicali suonati dalle bande.

A completare la coreografia di ogni gruppo ci sono poi i figuranti, ovvero i devoti in costume che con i ceri precedono la vara (base di legno che regge le sculture).
Viene considerata la più lunga manifestazione religiosa italiana e soprattutto tra le più antiche.
Alle 14.00 i Sacri gruppi escono dalla chiesa barocca del Purgatorio accompagnati dal classico suono delle marce funebri intonate dalle bande musicali, per poi snodarsi lungo un percorso che tocca le principali vie della città, per quasi 24 ore e senza interruzioni. Durante la notte i soli Misteri (i figuranti e le bande musicali si riposano per qualche ora) percorrono le vie più caratteristiche del centro storico. L’atmosfera è suggestiva ed è tantissima la gente che non smette di seguirli lungo il percorso. All’alba le processioni si ricompongono, le bande ricominciano a suonare e, tra un’annacata e l’altra viene percorso l’ultimo pezzo di tragitto.
Il sabato mattina si svolge a piazza Purgatorio uno dei momenti più emozionanti della processione: l’entrata dei Sacri gruppi nella chiesa del Purgatorio. I Misteri entrano ad uno ad uno accompagnati dalle bande musicali; la gente piange, applaude, scatta le fotografie, prega e qualcuno riprende tutto con le telecamere. Si svolgono le ultime annacate e la processione termina.
La processione dei Misteri di Trapani non è un fatto esclusivamente religioso, ma nella sua storia è racchiusa anche la vita economica e sociale della città. Anche se oggi è tramontato l’artigianato con le caratteristiche proprie dei secoli XVII e XVIII, i trapanesi continuano a curare la processione che mantiene in buona parte unito un ceto artigianale altrove scomparso.
I Misteri costituiscono per Trapani un patrimonio di inestimabile valore culturale, storico e artistico.

I GRUPPI:

I. La Separazione: fu affidato agli orafi e argentieri nel 1621; raffigura l’addio di Gesù alla Madre e all’apostolo Giovanni. Il gruppo è preceduto dai figuranti dell’antica Confraternita di San Michele, in sacco rosso e visiera bianca.



II. La Lavanda dei piedi: è curato dal 6 aprile 1621 dal ceto dei pescatori.

III. Gesù nell’orto dei Getsemani: rievoca la scena dell’orto degli ulivii e dal 1620 è gestito dal ceto degli ortolani. Questa categoria è stata una delle prime a ornare il proprio Mistero con oggetti d’argento, quali la croce e il calice.

IV. L’arresto: un tempo era curato dai fabbroferrai, oggi comunemente detti metallurgici.


V. La Caduta al Cedron: è una delle più belle rappresentazioni della processione. Il gruppo è curato dal ceto dei naviganti. Gli argenti sono quasi tutti segnati col simbolo della categoria, ossia un bel veliero a vele spiegate.


VI. Gesù dinanzi ad Hanna: rappresenta l’episodio evangelico di Gesù dinanzi al Sommo Sacerdote. Inizialmente curato dai conciatori, il gruppo dal 1788 fu affidato ai venditori di fiori e verdura anche se oggi molti fiorai preferiscono associarsi al gruppo di Gesù nell’orto e il Mistero è curato dai soli fruttivendoli.

VII. La Negazione: dal 1661 è curato dai barbieri e parrucchieri. La scena rievoca Pietro che nega di essere uno dei seguaci di Gesù.


VIII. Gesù dinanzi ad Erode: affidato ai mugnai e ai crivellatori, fu in seguito da questi abbandonato a causa della crisi della categoria. Nel dopoguerra l’uscita era curata dagli impiegati comunali; dal 1955 è affidato ai pescivendoli, ormai definitivamente separatisi dai pescatori.


IX. La Flagellazione: il gruppo fu affidato fin dal 1620 alla categoria dei muratori e scalpellini.

X. L’ incoronazione di spine: originariamente affidato ai mugnai e ai fornai, ora è curato solo dai fornai.

XI. Ecce Homo: l’opera è affidata al ceto dei calzolai. La vara in legno porta incisa una scarpa, simbolo del ceto.


XII. La Sentenza: appartiene al ceto dei macellai, categoria che si aggiunse alle altre solo nel 1772.

XIII. L’ascesa al calvario: oggi non è affidato a nessun ceto in particolare, ma alla pietà popolare; è oggetto di grande e sentita devozione.

XIV. La Spogliazione: il gruppo è curato dalla categoria dei tessili e dei commercianti di abbigliamento.

XV. La sollevazione della Croce: è un gruppo nuovo perché quello più antico fu distrutto dal bombardamento del 1943; è affidato al ceto dei falegnami.

XVI. Ferita al costato: la cura del gruppo è affidata ai pittori e ai decoratori.

XVII. La Deposizione: originariamente affidato ai sarti; essendo oggi la categoria quasi scomparsa, sono stati associati i tappezzieri.

XVIII. Il Trasporto al sepolcro: è curato dalla categoria dei salinari e dei proprietari di saline. Rievoca l’antica Pietà del Seppellimento.

XIX. Il Sepolcro: raffigura Gesù nell’urna e il gruppo è curato dai pastai.

XX. L’Addolorata: raffigura Maria Addolorata che segue il triste viaggio di Gesù condotto al Sepolcro. La partecipazione alla processione è curata dai camerieri, autisti, albergatori, ristoratori, dolcieri e baristi, ma riceve numerose offerte da tutto il popolo trapanese.


  • Per una più dettagliata descrizione dei vari gruppi e per maggiori informazioni sulla processione vi consiglio di visitare il sito www.unionemaestranzetrapani.com


INFORMAZIONI UTILI

Trapani è facilmente raggiungibile in aereo. L’Aeroporto Vincenzo Florio ( Trapani – Birgi )
si trova a soli 15 Km dalla città. www.airgest.it ( ++ 39) 0923 842502

L’aeroporto è collegato con:
- Trapani (AST – www.aziendasicilianatrasporti.it - 840 000323 )
- Marsala (Autoservizi Salemi – www.autoservizisalemi.it – 0923 981120)
- Palermo (Autoservizi Salemi - www.autoservizisalemi.it – 0923 981120)

All’aeroporto varie compagnie permettono di noleggiare l’auto.

Per prenotare un albergo o qualsiasi altra struttura ricettiva vi consiglio di utilizzare il sito www.booking.com ; trovo che sia assolutamente comodo e funzionale ad ogni esigenza.

E poi...vi consiglio di non iniziare qualsiasi tipo di dieta!!! E’ impossibile non cadere in tentazione della vasta gamma di prodotti tipici che la Sicilia offre!!! :-)

Vi saluto con un video estratto da youtube che a mio parere presenta una completa panoramica delle bellezze artistiche e paesaggistiche della città:

http://www.youtube.com/watch?v=h-DB7vGWkNc